A cosa ci riferiamo quando parliamo di “dolore articolare”? Escluse le malattie di muscoli e scheletro, diagnosticate da medici specialisti e documentate da esami clinici, radiografie, risonanza ed esami del sangue, rimangono una serie di problematiche, definite appunto “sindromi dolorose”, che coinvolgono più frequentemente la colonna vertebrale, nei tratti cervico-dorsale e lombo-sacrale, ma che non risparmiano altre articolazioni, quali spalle, ginocchia…. caviglie… L’ipotesi più accreditata ai nostri giorni è che il dolore articolare sia la conseguenza non tanto di disturbi dell’articolazione, bensì di un’iniziale sofferenza del muscolo. Contrazioni eccessivamente protratte, uno stato di tensione cronico costringono le fibre muscolari in uno stato di accorciamento. I neurofisiologi ci insegnano che i muscoli sono simili agli elastici, sono strutture dinamiche, fatte per accorciarsi ed allungarsi e mal tollerano di rimanere esclusivamente nello stato di contrazione o di allungamento. La perdita della sequenza naturale di contrazione-rilasciamento provoca sofferenza e interferisce con la normale circolazione del sangue. I vasi sanguigni, infatti, durante la contrazione muscolare sono compressi e il sangue, quello ricco di ossigeno, ma anche quello ricco di anidride carbonica, circola a fatica. Qualora la contrazione si prolunghi poi nel tempo, gli scambi tra sangue e tessuto risulteranno compromessi, con la conseguenza di uno scarso apporto di sostanze “nutrienti ” e un abnorme accumulo di sostanze tossiche. L’azione irritante degli scarti tossici sarebbe, in questa chiave di lettura, il “primo responsabile” del dolore da tensione; i muscoli sono dotati di fibre nervose in grado di registrare stimoli dolorosi di natura diversa, anche chimica. Inoltre uno stato di sofferenza protratta nel tempo, cronicizzato, può alterare la normale anatomia dei tessuti. Qualsiasi reazione infiammatoria infatti, attivata da sostanze nemiche per il corpo, si risolve nella formazione di tessuto fibroso, ovvero cicatrici. Per questa ragione un muscolo con elementi fibrotici e rigidi, sarà ancor più ostacolato nella sua dinamicità, con l’innesco di un circolo vizioso dalla risoluzione estremamente difficile. Per salvaguardare il nostro benessere è opportuno proteggere la corretta capacità elastica dei nostri muscoli, con esercizi adeguati, nel rispetto della loro natura e della complessità del movimento. A seguire un bel video dedicato ad alcuni semplici esercizi per la detensione dei muscoli della colonna vertebrale.
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Settembre 2020
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