Curiosando nelle diverse culture, sul tema delle origini dell’Universo, della Vita e di quel Cielo Anteriore, di cui si è scritto in altro articolo si riscontrano interessanti corrispondenze, peraltro, ad un occhio attento, difficilmente casuali. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio” (Giovanni Evangelista) “Per quanto concerne il senza forma, esso è il grande progenitore di tutte le cose; l'assenza di suono è il grande antenato di tutti i suoni, la luce ne è figlia, l'acqua nipote. Tutto nasce da ciò che non ha forma” (Huaiananzi, cap I). "A le stesse leggi obbediscono le onde sia dell'acqua sia del suono e della luce" (Leonardo da Vinci) Il suono Un mantra è un'energia mistica racchiusa nella struttura di un suono. E' la manifestazione divina, nel corpo, di un suono. Pertanto, attraverso la ripetizione di quel suono (mantra), quel tipo di energia viene suscitata e prende forma. Secondo le scritture induiste, il mantra OM rappresenta la sintesi e l'essenza di ogni altro mantra, preghiera, rituale, testo sacro o aspetto del divino. Ogni mantra è la costruzione di una combinazione di suoni, derivate dai 50 suoni dell'alfabeto sanscrito (la lingua di Dio). I saggi antichi, in sintonia con le alte frequenze della coscienza, erano consapevoli del grande potere contenuto nel suono ed è verosimilmente per questo motivo che svilupparono i mantra (insieme di suoni), combinando diverse vibrazioni. Così accadeva – e accade - che, ripetendo uno o più mantra, ogni individuo abbia la possibilità di ritornare alla sorgente, di ritrovare il sentiero che riconduce al Macrocosmo, al Tutto, al Campo Zero. Dietro tutte le forme del mondo fisico ci sarebbero le onde oscillanti dei 50 suoni primordiali in varie combinazioni. Il suono sarebbe " forma potenziale" e la forma sarebbe la manifestazione del suono. Non a caso, le sacre sillabe (o mantra), usate per accompagnare gli stati meditativi, sono di solito i diversi nomi dell'assoluto. infatti, attraverso la ripetizione di uno specifico mantra, si verrebbe a creare una sintonia dapprima con il suono "grezzo", quindi con la forma del dio invocato, infine con l'energia primaria assoluta. Per esempio nella meditazione Japa i pensieri e il suono si manifestano in 4 stadi fondamentali. 1. Vaikhari: è lo stadio della parola parlata, densa. Il suono è udibile alle massime differenziazioni. Si tratta di pensieri tradotti nella lingua parlata. La parola, qui, è la massima concretizzazione di un pensiero. 2. Madhyama: è lo stadio della vibrazione mentale. Colui che parla sta pensando nella sua lingua e seleziona le sue parole attraverso dei "prismi annebbiati" da preconcetti, impressioni, emozioni e altre limitazioni "mentali". 3. Pashanty: è lo stato di “telepatia”, dove si può letteralmente sentire la forma del pensiero. E' un piano considerato”originario”, dove tutti i pensieri prendono forma. Un individuo, di qualsiasi etnia o cultura possa essere, per esempio, guarda lo stesso fiore e ne sperimenta il pensiero nello stesso tempo e nella stessa lingua non-verbale 4 Para: è l'ultimo stadio, il più alto e trascendentale, non formato da particolari lunghezze d'onda e al di sopra di ogni nome e forma. Si considera pura energia Shakti, corrispondente all'energia di divina vibrazione che unisce tutto. Questo è solo un esempio di come l'Oriente abbia intuito l'importanza fondamentale della vibrazione sonora, ma possiamo trovare altri esempi in ambito Sufi (dove la musica ha finalità sia spirituali che curative), in MTC (ricordiamo i sei suoni del Qi Gong), nella pratica buddhista. Tutte queste culture ci conducono alle stesse riflessioni e al potere terapeutico e trascendentale del suono. Qual è dunque l'arcano che si cela dietro ciò che definiamo "suono"? Si è dovuti arrivare al moderno paradigma olografico di David Bohm, il fisico più rivoluzionario del Novecento, e dell'illustre neuroscienziato Karl Pribram per comprendere l'affermazione di Leonardo da Vinci, che fu eco, nel Rinascimento, dell'antico sapere custodito nei Veda, con il "nada brama", il suono creatore. "L'universo intero è generato da onde, tra cui il nostro pensiero conscio ed inconscio. E non sarebbe male ricordarsi che quando osservate il tracciato di un elettroencefalogramma state osservando uno spartito del pensiero a quattro voci: stato delta, theta, alfa e beta e come quest'ultimo, definito stato ordinario di consapevolezza, sia solo una delle voci della realtà, ma non l'unica. Non si è ancora compreso che genio e illuminazione sono il prodotto della perfetta proporzione aurea, con cui le armoniche delle vibrazioni di questi stati neurali si sommano tra loro." (Riccardo T. Tuis) Così anche ciò che chiamiamo “pensiero”, oggi, può essere descritto come una lunghezza d'onda elettromagnetica delle nostre cellule cerebrali, che vibrano da 0.5 a oltre 40 cicli per secondo. E il cervello, allo stesso modo, può essere definito un "generatore di infrasuoni" che, grazie alla scatola cranica, una vera e propria cassa di risonanza, diviene uno strumento musicale che emette note in grado di influenzare, attraverso la stessa risonanza simpatetica con cui gli strumenti a corda si influenzano, il pensiero di altri cervelli. Il concetto musicale di risonanza simpatetica è l'analogo, in fisica, del concetto di onda coerente, in biofisica di campo coerente (quello stesso che genera i campi morfici e i campi mentali teorizzati dal biologo Shaldrake). La fisica ha mostrato come la materia sia solo uno stato della luce, una sorta di "luce abbassata di frequenza". E se materia e luce non sono altro che forme d'onda in ottave di vibrazione diverse, anche il suono non fa eccezione. Che cos’è esattamente il suono? Il suono puro è sempre prodotto da un'onda sinusoidale, che emette l'armonica fondamentale e senza generare altre armoniche (questo, per esempio, è il tipo di sonorità del diapason). Gli strumenti musicali, invece, emettono onde complesse, formate dalla sommatoria di altre armoniche che ne caratterizzano il timbro. L'aspetto più interessante di questa analisi, in accordo con le teorie della nuova fisica e alle intuizioni della mistica orientale, è la verosimile intercambiabilità tra suono - luce - materia. Chladni (giurista, fisico e musicista, contemporaneo di Mozart) escogitò un metodo per rendere visibile ciò che possono generare le onde sonore e lo pubblicò in "Scoperte sulla teoria dei suoni" (Entedeckungen uber die teorie des klanges). Con l'ausilio di un semplice archetto di violino, che sfregava perpendicolarmente lungo il bordo di lastre di vetro dalla superficie liscia, ricoperte di finissima sabbia, generò dei peculiari schemi e forme che oggi chiamiamo "figure di Chladni", dando così i natali alla cimatica, lo studio delle onde. Fu però in seguito, nel 1967, che il fisico svizzero Hans Jenny pubblicò il primo volume di Cymatics. Utilizzando delle apparecchiature più sofisticate, rispetto al suo predecessore, sperimentò e fotografò gli effetti delle vibrazioni sonore su diversi materiali. Generò figure geometriche tridimensionali, sia analoghe a quelle di Chladni, sia simili a frattali. Scoprì come le forme prodotte dal suono fossero prevedibili; per esempio specifici suoni si accompagnano sempre alle stesse figure. Infatti, dove si faceva vibrare una lastra, secondo frequenza e ampiezza specifiche, il materiale sopra la lastra disegnava forme e schemi peculiari per quella vibrazione, mentre variando la frequenza (o l'ampiezza) variavano anche lo sviluppo e lo schema corrispondenti. Egli scoprì inoltre che più andava ad aumentare la frequenza della vibrazione, più si arricchiva la complessità degli schemi e il numero degli elementi. Si passava cioè da semplici forme geometriche (per lo più cerchi concentrici) con basse frequenze, a tetraedri, pentagoni, esagoni e perfino frattali con alte frequenze. In ricerche successive si accorse di come la pronuncia di alcune vocali dell'antica lingua fenicio-ebraica e sanscrita dessero alla sabbia la forma dei simboli grafici corrispondenti alle vocali stesse, che venivano pronunciate. Non a caso R.A. Schwaller de Lubicz sosteneva che i geroglifici dell'antico Egitto fossero codici in grado di comunicare subliminalmente in più aree del cervello. Probabilmente i creatori delle "lingue sacre" (egizia, tibetana, cinese) conoscevano una scienza molto simile alla cimatica oppure possedevano delle strutture neurali in grado di ologrammare i suoni. Con il fonoscopio Jenny vocalizzò il mantra AUM (OM, suono della creazione per la tradizione induista e buddhista). La polvere di licopodio, sopra il piatto metallico, si disponeva formando un cerchio con un punto centrale, simbolo con il quale le antiche popolazioni indiane rappresentavano l'OM (mentre nell'alchimia e nell'esoterismo occidentali rappresenta l'aspetto solare e generativo). Jenny formò anche uno Yantra (figura geometrica utilizzata dagli induisti in alcune pratiche di concentrazione, e lampante rappresentazione frattale). Jenny si accorse anche che molte configurazioni, che si formavano, ricordavano le strutture cellulari dei libri di biologia. Lo scienziato concluse che la vita è il risultato di vibrazioni specifiche di ogni cellula. Nell'ultimo decennio le scoperte della cimatica sono state spesso associate agli studi di Masaru Emoto, famoso per aver fotografato cristalli di acqua congelata. L'acqua, secondo la sue esperienze, è in grado di formare strutture cristalline o amorfe in risposta a vibrazioni inviate sotto forma di suoni, immagini, scritti e pensieri. Egli ha scoperto che l'acqua ha una sua memoria energetica, forse spiegabile con la teoria dello spazio neutrinico, a cui anche la diluizione omeopatica potrebbe essere correlata. In conclusione, per la cimatica ogni forma presente nell'universo è una forma visibile di una forza non visibile e ogni forma contiene informazioni sulle vibrazioni che l'hanno generata. In altre parole: la forma visibile è il risultato dell'invisibile forma d'onda che la genera. Non siamo lontani dalla cosmologia orientale, né dall'assunto di Bohm nel suo "Ordine Implicato ed Esplicato". Letture consigliate Interessante opera, di Riccardo Tristano Tuis, dedicata al "grande arcano che si cela dietro a ciò che definiamo suono".
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Settembre 2020
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