Dottoressa Rosaria Gagliardo
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IL CORPO SCEGLIE LA VITA – PROBIOS E PROBIOTICI

9/24/2020

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E’ possibile sostenere il sistema immunitario, che ci difende da aggressori esterni e interni, con diverse strategie, senza dover ricorrere ai farmaci (se non nei casi di malattia, che li richiedono in modo specifico).
Vedremo, a partire da questo articolo, e nei prossimi, come salvaguardare lo stato di buona salute, conoscendo meglio le attitudini del nostro organismo, gli stili di vita corretti, il movimento (fatto con consapevolezza), mind set adeguati. 
MICROBIOTA
Così si definisce, oggi, l’insieme delle popolazioni di batteri e altri microorganismi, che albergano in diversi distretti del nostro corpo. 
Tra tutti, il microbiota intestinale è senz’altro quello da più tempo studiato e conosciuto.
L’uomo è colonizzato da microbioti molto diversi, in termini di composizione e funzionalità, che hanno, come habitat, specifiche nicchie ecologiche del corpo: cavità orale, pelle, apparato urogenitale, tratto respiratorio e tratto gastrointestinale. Essi sono una componente integrale della biologia umana. 
Tali microbioti, oltre a rappresentare una barriera, per competizione, contro l’invasione e colonizzazione di microorganismi patogeni, svolgono un ruolo fondamentale per il metabolismo e la fisiologia; forniscono, infatti, una gamma vasta di attività metaboliche, con un forte impatto su equilibrio energetico, bilancia dell’immunità, modulazione della funzione neurologica ed endocrina. 
Ogni essere umano ha un suo corredo altamente individuale di microorganismi, acquisito alla nascita e che persiste per tutta la vita. 
Tuttavia. si tratta di un patrimonio che può subire perturbazioni, talvolta anche molto rapide e profonde. i fattori che possono influenzare la composizione e, di conseguenza, l’attività funzionale del microbiota, sono in primis: dieta, farmaci (antibiotici), età. 
Le alterazioni della composizione del microbiota possono comprometterne la stabilità. E’ stato, per esempio, dimostrato che la ridotta biodiversità correla con l’aumento dello stato infiammatorio, e, per tale motivo, con lo sviluppo e la progressione di numerose malattie. 
 
QUANTI E QUALI MICROBIOTI
I microbioti più estesamente indagati sono quelli dell'apparato digerente (intestino e stomaco, in particolare), della mucosa vaginale, della cute e del cavo orale. 
I numerosi studi, condotti in questi anni, evidenziano come alterazioni dei microrganismi stanziali, a questi livelli, si associno tipicamente a patologie e disturbi rilevanti dal punto di vista epidemiologico (alterazioni del transito intestinale, candidosi vaginale e vaginosi batteriche, dermatite atopica, carie dentali e patologie gengivali...). 
Importanti correlazioni sono state poi evidenziate tra alterazioni del microbiota intestinale e disturbi del metabolismo (obesità, diabete), del sistema immunitario (allergie e disordini su base autoimmune), del sistema nervoso centrale e periferico (sclerosi multipla, malattia di Parkinson e di Alzheimer), infine i disturbi del microbiota intestinale sembrano correlare anche con la propensione a sviluppare tumori. 
Tutte queste condizioni morbose correlano, a loro volta, con una situazione di infiammazione cronica di basso grado.
E’ senz’altro più recente, invece, l’interesse per il microbiota dell'albero respiratorio, delle cavità nasali e delle mucose oculari.
EUBIOSI E DISBIOSI
Lo stato di "eubiosi" si riferisce al microbiota, quando sia in grado si supportare la corretta funzionalità dell'organo o tessuto di pertinenza e di svolgere eventuali azioni positive a distanza, così da assicurare un pieno stato di benessere.
Il microbiota interagisce in modo biunivoco, dinamico e variabile, secondo un modello di “simbiosi mutualistica”, nel quale entrambe le componenti (umana e microbica) traggono vantaggi in termini di benessere e sopravvivenza.
Le diverse specie microbiche proliferano in competizione controllata e si ritagliano “nicchie ecologiche” che permettono loro di accedere ad adeguate risorse nutritive, di sopravvivere e di moltiplicarsi  nell’umano, che adatta le difese immunitarie locali e sistemiche, sviluppando tolleranza nei loro confronti.
 
Si parla di "disbiosi", invece, qualora si manifestino segni o sintomi di malessere, direttamente conseguenti ad alterazioni nella composizione, quantità, biodiversità e funzionalità del microbiota. 
La diretta conseguenza che ne deriva, è la proliferazione impropria di una o più specie batteriche non necessariamente "patogene", ma comunque "critiche". 
Le cause più rilevanti di disbiosi sono rappresentate dalla dieta e dai medicinali (in particolare, antibiotici e antimicotici): sia quelli assunti a scopo terapeutico, che introdotti involontariamente con gli alimenti, in tracce, ma per tempi prolungati (per esempio, residui di antibiotici in carni o latte provenienti da allevamenti trattati con questi farmaci). 
Dieta e medicinali assunti per via sistemica possono destabilizzare i diversi  microbioti (intestinale, cutaneo e vaginale/urinario), con ripercussioni variabili da persona a persona, in relazione alla predisposizione genetica, al sesso, all'etnia, allo stato di salute e alle caratteristiche metaboliche generali. 
Anche fumo e alcolici hanno un impatto significativo sul microbiota di vari comparti (orale, gastrointestinale, respiratorio), nonché effetti indiretti conseguenti ai loro componenti tossici, in grado di promuovere l'infiammazione tissutale e la produzione di radicali liberi. 
 
MANTENERE L ‘EUBIOSI
E’ opportuno, nella vita quotidiana, adottare comportamenti a favore dell’equilibrio dei microbioti, in un’ottica di prevenzione generale, iniziando da opportune scelte dietetiche e ricorrendo anche ad integratori o alimenti contenenti probiotici. 
A riguardo, va segnalato che la dieta mediterranea, ricca di fibre vegetali e povera di proteine animali, grassi saturi e zuccheri raffinati, sembra promuovere la proliferazione intestinale di generi batterici favorevoli (in particolare, Firmicutes e Prevotella spp., produttori di SCFA (acidi grassi a catena corta, come butirrato e proprionato),  utilissimi al fine di preservare l’eubiosi e di tutelare la mucosa intestinale.
 
Probiotici e Prebiotici per os 
I probiotici sono stati definiti dall’OMS, nel 2001, così: “organismi vivi che conferiscono uno stato di benessere all’organismo ospite se somministrati in concentrazione adeguata”. 
Per poter determinare un effettivo beneficio, stando a quanto definito dal Ministero della salute nel 2018, “la quantità minima sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di un ceppo microbico è di almeno 109 cellule vive per giorno. La porzione di prodotto raccomandata per il consumo giornaliero deve quindi contenere una quantità pari a 109 cellule vive per almeno uno dei ceppi presenti”. Inoltre, per poter modificare l’ecosistema intestinale, i microrganismi probiotici devono essere capaci di moltiplicarsi attivamente, aderire all’epitelio e colonizzare temporaneamente l’intestino, favorendo il ripristino di condizioni ideali per la sua ripopolazione da parte del microbiota intestinale “sano” a scapito delle specie patogene. 
La durata dell’assunzione dei probiotici può essere relativamente breve (1-2 settimane), quando la disbiosi da risolvere è un evento acuto innescato da uno stimolo transitorio ben definito (per esempio, una terapia antibiotica sistemica), oppure essere protratta più a lungo, quando è presente per esempio una disfunzione cronica (alterazioni dell’alvo in difetto o in eccesso) oppure a scopo preventivo per il mantenimento di un microbiota intestinale equilibrato. 
Per supportare la funzionalità intestinale, attraverso il miglioramento del microbiota, si possono utilizzare anche composti prebiotici, ossia “substrati che sono metabolizzati selettivamente da un microrganismo ospite per produrre un beneficio per la salute” (International Scientific Asso- ciation for Probiotics and Prebiotics - ISAPP, 2016), ma indigeribili per l’uomo. 
I composti per i quali si dispone di prove più solide a sostegno del ruolo prebiotico quando assunti per bocca sono i fruttani (inulina e fruttoligosaccaridi, FOS) e i galattoligosaccaridi (GOS): oligo e poli- saccaridi glicosidici, che possono essere degradati da bifidobatteri e lactobacilli intestinali grazie ad un enzima specifico, di cui l’uomo è privo. Inulina e c-FOS hanno dimostrato di contribuire a migliorare la funzionalità intestinale (aumentando volume e consistenza delle feci in soggetti adulti sani, al dosaggio di 12-20 mg/die) e, secondo alcuni studi, di aiutare a contrastare condizioni di sovrappeso/obesità (migliorando la composizione del microbiota intestinale e la sensibilità all’insulina, riducendo il desiderio di alimenti ipercalorici e attenuando l’infiammazione cronica di basso grado). 
A prescindere dallo scopo per il quale li si assume, va ricordato che dei prebiotici non si deve tuttavia abusare, perché la loro fermentazione eccessiva da parte del microbiota endogeno può causare flatulenza e altri disagi gastrointestinali. 
 
 
I generi microbici attualmente più usati come probiotici sono: 

• Bifidobacterium
• Lactobacillus
• Streptococcus thermophilus, S. salivarius 
• Propionibacterium spp.
• Enterococcus faecium
• Bacillus spores
• Saccharomyces boulardii
• Escherichia coli Nissle 

 
 
 
 



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IL CORPO SCEGLIE LA VITA – YIN E YANG DEL SISTEMA IMMUNITARIO

9/7/2020

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La metafora a me più chiara, per comprendere cosa siano Yin e Yang, e che meglio rende merito al principio della reciprocità, è quella della collina con un versante soleggiato (Yang) ed uno in ombra (Yin). Sembrano, i due versanti, due realtà opposte, al primo sguardo, ma nell’insieme è evidente che entrambe sono, di fatto, espressioni diverse di una stessa realtà.

Il versante yang è soleggiato, vitale, carico di attività, espanso, luminoso, gioioso.
Il versante yin è ombreggiato, fresco, lento, discreto, nascosto, silenzioso, raccolto.
Questa distinzione, se pur didattica, aiuta a comprendere la compresenza di diverse forme energetiche, talvolta nettamente definite e talvolta definite proprio perchè in relazione l’una con l’altra: un aspetto è yin se confrontato con un altro più yang, ma può essere anche yang se confrontato con uno più yin. E poi ancora l’uno può evolvere nell’altro, proprio come i due versanti della collina, quando al calare e al sorgere del sole si trasformeranno ciascuno nel proprio opposto.
 
Yin e yang in MicroImmunoterapia: la teoria della bilancia Th1 – Th2
“La teoria della bilancia Th1/Th2 è molto interessante, sia dal punto di vista teorico che pratico, ma ad oggi, a mio avviso, non è stato colto, dalla medicina convenzionale, il messaggio implicito nella scoperta di questi fini meccanismi fisiologici”.
Ivo Bianchi
La teoria della bilancia Th1/Th2 (proposta, nel 1986, da Mosmann, Coffmann e coll.) nasceva dall’osservazione, nelle cellule del sistema immunitario di ratto, di due sottopopolazioni di linfociti T helper. Le due sottopopolazioni si distinguevano per citochine prodotte e per altre funzioni.
Oggi il concetto di bilancia th1/th2 è considerato un vero e proprio paradigma di immunologia medica. E l’interazione tra le due sottopoplazioni opera, in realtà, come vero coordinatore del sistema immunitario.
I linfociti T Helper hanno il compito di amplificare la responsività immunologica dell’individuo. Lo fanno però con competenze specifiche.
Linfociti th1

Attaccano i patogeni intra-cellulari (virus)
Combattono le cellule in mutazione genetica (cellule neoplastiche)
Producono Interferone gamma e interleuchina 2

​Linfociti th2

Attaccano i patogeni extra – cellulari (parassiti)
Difendono l’organismo da tossine
Producono interleuchina 4  Le citochine delle sottopopolazioni si contro-regolano a vicenda per mantenere in equilibrio la bilancia.
Per esempio INF gamma blocca la linea th2, mentre IL 4 blocca la linea th1.




​
DISEQUILIBRI
Th1
La popolazione cellulare th1 è la più aggressiva (yang)
Qualora sia iper-espressa può generare malattie auto-immuni organo specifiche
  • Artrite Reumatoide
  • SM
  • Diabete mellito tipo 1
Th2
La popolazione cellulare th2 è meno aggressiva, ma allo stesso modo può generare malattia, qualora in disequilibrio 
  • è correlata alle reazioni allergiche e alla liberazione di immunoglobuline di classe E
  • predispone allo sviluppo di malattie autoimmuni a carattere sistemico (LES)
Le due sottopopolazioni sono espressione di una popolazione cellulare non differenziata, linfociti th0 precursori o naive.
La differenziazione in una delle due linee cellulari è condizionata dall’interazione con un’altra classe di cellule del sistema immunitario: le APCs (cellule che presentano antigeni).
Una volta avvenuta la polarizzazione, ciascuna linea è in grado di differenziare cellule ad effetto immediato e cellule deputate a mantenere la memoria dell’antigene.
Ad oggi, le conoscenze si sono accresciute e il sistema appare più complesso di quanto descritto.
Alla distinzione dei due cloni cellulari concorrerebbero, infatti, altri fattori del microambiente:
  • presenza di altre citochine
  • condizioni generali della Matrice Extracellulare
  • condizione di saturazione dei recettori di membrana 
  • quantità dell’antigene presente
  • condizione funzionale delle APCs
inoltre, recentemente, sono state individuate altre cellule, con funzione  regolatoria: i linfociti tr, distinti per funzioni e struttura da th1 e th2.
Le continue scoperte a favore della complessità del sistema immunitario e della centralità dei suoi effetti sullo stato di salute e malattia, sostiene l’atteggiamento dell’approccio della medicina integrata e di segnale, che vuole influenzare il sistema immunitario, laddove sbilanciato, non con lo stimolo o l’inibizione di un’unica sottopopolazione linfocitaria, né con un’unica citochina, bensì con un’azione globale, nel rispetto della bilancia th1/th2.
Si utilizzeranno pertanto dosi infinitesimali di citochine e di tutto il repertorio della medicina dei bassi dosaggi, a sostegno dei meccanismi di regolazione, insiti nel sistema e nel rispetto delle capacità di auto-regolazione proprie di ogni specifica costituzione psico-somatica.

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IL CORPO SCEGLIE LA VITA: RESET DELLA MATRICE VIVENTE

8/30/2020

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Il corpo umano è una “macchina” perfetta e dotata di un’intelligenza straordinaria, nata da esperienze archiviate, di generazione in generazione, nel DNA, il codice genetico, la banca dati dell’esistenza.
Lo stato di salute del corpo è sostenuto da numerosissime azioni sinergiche e da un costante dialogo tra le cellule, che scambiano messaggi bioelettrici e biochimici in rete.
Uno dei sistemi fondamentali, e più studiati, con cui il corpo vigila su se stesso, e sugli scambi con l’ambiente, è il sistema immunitario.
Questo sistema è composto da numerose sottopopolazioni cellulari, meglio conosciute come globuli bianchi, ovvero le cellule della “difesa” e dell’infiammazione.
Infatti, in caso di aggressione da parte di virus e batteri, in caso di eventi traumatici, ma anche per modifiche interne al corpo stesso (molti tessuti sono in continuo rinnovamento, basti pensare alla pelle), il sistema immunitario si attiva e innesca il processo infiammatorio.
L’infiammazione è dunque la prima risposta difensiva del corpo ad eventi che ne alterano l’equilibrio. Nasce come evento “positivo” ed è ben lontano, in questo senso, dal significato di malattia, che normalmente gli si attribuisce. Anzi, potremmo a ragione affermare che è il primo evento agito dal corpo per evitare la malattia.
Il perfetto sincronismo di azione e regolazione delle cellule del sistema immunitario, che viene costantemente perturbato per tornare alla normalità, è l’aspetto sostanziale che assicura all’organismo, in caso di malattia, una difesa congrua e adeguata.
L’attività delle sottopopolazioni dell’immunità (immunità innata e acquisita), di cui parlerò in  dettaglio prossimamente, si evidenzia anche nella matrice extracellulare e nei suoi cambi di stato.
La matrice extracellulare è oggetto di grandissimo interesse scientifico, in quanto luogo di scambi di informazione tra i diversi network cellulari. L’integrità della sua struttura va dunque preservata in ogni percorso terapeutico che sia a scopo di prevenzione o di cura.
Omeostasi della matrice extracellulare
Nel microcosmo, cosi come nel macrocosmo, esiste una cronobiologia che scandisce gli stati interni della materia vivente.
Quotidianamente, tra le 3:00 e le 15:00 si verifica l’aumento controllato delle “sostanze” proinfiammatorie, le proteine vengono idrolizzate, i fenomeni metabolici virano verso una controllata acidosi e una conseguente prevalenza di fase SOL del mezzo. Questo meccanismo assicura un naturale drenaggio della matrice, che elimina le tossine depositate.
Ma nella coerenza dell’alternanza yin yang (al rispetto della quale, da sempre, le medicine orientali ci invitano), tra le 15:00 e le 3:00, tutte le condizioni precedenti si invertono: la fase alcalina si sostituisce a quella acida, nuove proteine vengono sintetizzate, prevalgono sostanze antiinfiammatorie, il mezzo si sposta verso una fase più densa, GEL.
​Qualora, tuttavia, i patogeni, esterni al corpo o interni, permangano o trovino un terreno favorevole, perché per esempio il sistema immunitario è inadeguato, impreparato, sovraccaricato, l’infiammazione non riuscirà a risolversi e potrà cronicizzare, diventando così dannosa. 
 Ad oggi, l’infiammazione sistemica cronica di basso grado è considerata l’innesco principale di diverse malattie.
Inoltre sono stati evidenziati diversi fattori che non solo la sostengono, ma l’alimentano nel tempo.
Intervenire sull’infiammazione con strumenti adeguati (modulazione, attenuazione) e nei tempi corretti è, pertanto, pratica medica indispensabile nella prevenzione e cura di tutte le malattie.

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    Autore

    Dottoressa Rosaria Gagliardo
    Medico, agopuntore, psicoterapeuta
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    Autrice di "Vincere i dolori articolari". R. Gagliardo – Milano, Riza Scienze, 2006
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