Dottoressa Rosaria Gagliardo
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IL CORPO SCEGLIE LA VITA – PROBIOS E PROBIOTICI

9/24/2020

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E’ possibile sostenere il sistema immunitario, che ci difende da aggressori esterni e interni, con diverse strategie, senza dover ricorrere ai farmaci (se non nei casi di malattia, che li richiedono in modo specifico).
Vedremo, a partire da questo articolo, e nei prossimi, come salvaguardare lo stato di buona salute, conoscendo meglio le attitudini del nostro organismo, gli stili di vita corretti, il movimento (fatto con consapevolezza), mind set adeguati. 
MICROBIOTA
Così si definisce, oggi, l’insieme delle popolazioni di batteri e altri microorganismi, che albergano in diversi distretti del nostro corpo. 
Tra tutti, il microbiota intestinale è senz’altro quello da più tempo studiato e conosciuto.
L’uomo è colonizzato da microbioti molto diversi, in termini di composizione e funzionalità, che hanno, come habitat, specifiche nicchie ecologiche del corpo: cavità orale, pelle, apparato urogenitale, tratto respiratorio e tratto gastrointestinale. Essi sono una componente integrale della biologia umana. 
Tali microbioti, oltre a rappresentare una barriera, per competizione, contro l’invasione e colonizzazione di microorganismi patogeni, svolgono un ruolo fondamentale per il metabolismo e la fisiologia; forniscono, infatti, una gamma vasta di attività metaboliche, con un forte impatto su equilibrio energetico, bilancia dell’immunità, modulazione della funzione neurologica ed endocrina. 
Ogni essere umano ha un suo corredo altamente individuale di microorganismi, acquisito alla nascita e che persiste per tutta la vita. 
Tuttavia. si tratta di un patrimonio che può subire perturbazioni, talvolta anche molto rapide e profonde. i fattori che possono influenzare la composizione e, di conseguenza, l’attività funzionale del microbiota, sono in primis: dieta, farmaci (antibiotici), età. 
Le alterazioni della composizione del microbiota possono comprometterne la stabilità. E’ stato, per esempio, dimostrato che la ridotta biodiversità correla con l’aumento dello stato infiammatorio, e, per tale motivo, con lo sviluppo e la progressione di numerose malattie. 
 
QUANTI E QUALI MICROBIOTI
I microbioti più estesamente indagati sono quelli dell'apparato digerente (intestino e stomaco, in particolare), della mucosa vaginale, della cute e del cavo orale. 
I numerosi studi, condotti in questi anni, evidenziano come alterazioni dei microrganismi stanziali, a questi livelli, si associno tipicamente a patologie e disturbi rilevanti dal punto di vista epidemiologico (alterazioni del transito intestinale, candidosi vaginale e vaginosi batteriche, dermatite atopica, carie dentali e patologie gengivali...). 
Importanti correlazioni sono state poi evidenziate tra alterazioni del microbiota intestinale e disturbi del metabolismo (obesità, diabete), del sistema immunitario (allergie e disordini su base autoimmune), del sistema nervoso centrale e periferico (sclerosi multipla, malattia di Parkinson e di Alzheimer), infine i disturbi del microbiota intestinale sembrano correlare anche con la propensione a sviluppare tumori. 
Tutte queste condizioni morbose correlano, a loro volta, con una situazione di infiammazione cronica di basso grado.
E’ senz’altro più recente, invece, l’interesse per il microbiota dell'albero respiratorio, delle cavità nasali e delle mucose oculari.
EUBIOSI E DISBIOSI
Lo stato di "eubiosi" si riferisce al microbiota, quando sia in grado si supportare la corretta funzionalità dell'organo o tessuto di pertinenza e di svolgere eventuali azioni positive a distanza, così da assicurare un pieno stato di benessere.
Il microbiota interagisce in modo biunivoco, dinamico e variabile, secondo un modello di “simbiosi mutualistica”, nel quale entrambe le componenti (umana e microbica) traggono vantaggi in termini di benessere e sopravvivenza.
Le diverse specie microbiche proliferano in competizione controllata e si ritagliano “nicchie ecologiche” che permettono loro di accedere ad adeguate risorse nutritive, di sopravvivere e di moltiplicarsi  nell’umano, che adatta le difese immunitarie locali e sistemiche, sviluppando tolleranza nei loro confronti.
 
Si parla di "disbiosi", invece, qualora si manifestino segni o sintomi di malessere, direttamente conseguenti ad alterazioni nella composizione, quantità, biodiversità e funzionalità del microbiota. 
La diretta conseguenza che ne deriva, è la proliferazione impropria di una o più specie batteriche non necessariamente "patogene", ma comunque "critiche". 
Le cause più rilevanti di disbiosi sono rappresentate dalla dieta e dai medicinali (in particolare, antibiotici e antimicotici): sia quelli assunti a scopo terapeutico, che introdotti involontariamente con gli alimenti, in tracce, ma per tempi prolungati (per esempio, residui di antibiotici in carni o latte provenienti da allevamenti trattati con questi farmaci). 
Dieta e medicinali assunti per via sistemica possono destabilizzare i diversi  microbioti (intestinale, cutaneo e vaginale/urinario), con ripercussioni variabili da persona a persona, in relazione alla predisposizione genetica, al sesso, all'etnia, allo stato di salute e alle caratteristiche metaboliche generali. 
Anche fumo e alcolici hanno un impatto significativo sul microbiota di vari comparti (orale, gastrointestinale, respiratorio), nonché effetti indiretti conseguenti ai loro componenti tossici, in grado di promuovere l'infiammazione tissutale e la produzione di radicali liberi. 
 
MANTENERE L ‘EUBIOSI
E’ opportuno, nella vita quotidiana, adottare comportamenti a favore dell’equilibrio dei microbioti, in un’ottica di prevenzione generale, iniziando da opportune scelte dietetiche e ricorrendo anche ad integratori o alimenti contenenti probiotici. 
A riguardo, va segnalato che la dieta mediterranea, ricca di fibre vegetali e povera di proteine animali, grassi saturi e zuccheri raffinati, sembra promuovere la proliferazione intestinale di generi batterici favorevoli (in particolare, Firmicutes e Prevotella spp., produttori di SCFA (acidi grassi a catena corta, come butirrato e proprionato),  utilissimi al fine di preservare l’eubiosi e di tutelare la mucosa intestinale.
 
Probiotici e Prebiotici per os 
I probiotici sono stati definiti dall’OMS, nel 2001, così: “organismi vivi che conferiscono uno stato di benessere all’organismo ospite se somministrati in concentrazione adeguata”. 
Per poter determinare un effettivo beneficio, stando a quanto definito dal Ministero della salute nel 2018, “la quantità minima sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di un ceppo microbico è di almeno 109 cellule vive per giorno. La porzione di prodotto raccomandata per il consumo giornaliero deve quindi contenere una quantità pari a 109 cellule vive per almeno uno dei ceppi presenti”. Inoltre, per poter modificare l’ecosistema intestinale, i microrganismi probiotici devono essere capaci di moltiplicarsi attivamente, aderire all’epitelio e colonizzare temporaneamente l’intestino, favorendo il ripristino di condizioni ideali per la sua ripopolazione da parte del microbiota intestinale “sano” a scapito delle specie patogene. 
La durata dell’assunzione dei probiotici può essere relativamente breve (1-2 settimane), quando la disbiosi da risolvere è un evento acuto innescato da uno stimolo transitorio ben definito (per esempio, una terapia antibiotica sistemica), oppure essere protratta più a lungo, quando è presente per esempio una disfunzione cronica (alterazioni dell’alvo in difetto o in eccesso) oppure a scopo preventivo per il mantenimento di un microbiota intestinale equilibrato. 
Per supportare la funzionalità intestinale, attraverso il miglioramento del microbiota, si possono utilizzare anche composti prebiotici, ossia “substrati che sono metabolizzati selettivamente da un microrganismo ospite per produrre un beneficio per la salute” (International Scientific Asso- ciation for Probiotics and Prebiotics - ISAPP, 2016), ma indigeribili per l’uomo. 
I composti per i quali si dispone di prove più solide a sostegno del ruolo prebiotico quando assunti per bocca sono i fruttani (inulina e fruttoligosaccaridi, FOS) e i galattoligosaccaridi (GOS): oligo e poli- saccaridi glicosidici, che possono essere degradati da bifidobatteri e lactobacilli intestinali grazie ad un enzima specifico, di cui l’uomo è privo. Inulina e c-FOS hanno dimostrato di contribuire a migliorare la funzionalità intestinale (aumentando volume e consistenza delle feci in soggetti adulti sani, al dosaggio di 12-20 mg/die) e, secondo alcuni studi, di aiutare a contrastare condizioni di sovrappeso/obesità (migliorando la composizione del microbiota intestinale e la sensibilità all’insulina, riducendo il desiderio di alimenti ipercalorici e attenuando l’infiammazione cronica di basso grado). 
A prescindere dallo scopo per il quale li si assume, va ricordato che dei prebiotici non si deve tuttavia abusare, perché la loro fermentazione eccessiva da parte del microbiota endogeno può causare flatulenza e altri disagi gastrointestinali. 
 
 
I generi microbici attualmente più usati come probiotici sono: 

• Bifidobacterium
• Lactobacillus
• Streptococcus thermophilus, S. salivarius 
• Propionibacterium spp.
• Enterococcus faecium
• Bacillus spores
• Saccharomyces boulardii
• Escherichia coli Nissle 

 
 
 
 



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IL CORPO SCEGLIE LA VITA – YIN E YANG DEL SISTEMA IMMUNITARIO

9/7/2020

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La metafora a me più chiara, per comprendere cosa siano Yin e Yang, e che meglio rende merito al principio della reciprocità, è quella della collina con un versante soleggiato (Yang) ed uno in ombra (Yin). Sembrano, i due versanti, due realtà opposte, al primo sguardo, ma nell’insieme è evidente che entrambe sono, di fatto, espressioni diverse di una stessa realtà.

Il versante yang è soleggiato, vitale, carico di attività, espanso, luminoso, gioioso.
Il versante yin è ombreggiato, fresco, lento, discreto, nascosto, silenzioso, raccolto.
Questa distinzione, se pur didattica, aiuta a comprendere la compresenza di diverse forme energetiche, talvolta nettamente definite e talvolta definite proprio perchè in relazione l’una con l’altra: un aspetto è yin se confrontato con un altro più yang, ma può essere anche yang se confrontato con uno più yin. E poi ancora l’uno può evolvere nell’altro, proprio come i due versanti della collina, quando al calare e al sorgere del sole si trasformeranno ciascuno nel proprio opposto.
 
Yin e yang in MicroImmunoterapia: la teoria della bilancia Th1 – Th2
“La teoria della bilancia Th1/Th2 è molto interessante, sia dal punto di vista teorico che pratico, ma ad oggi, a mio avviso, non è stato colto, dalla medicina convenzionale, il messaggio implicito nella scoperta di questi fini meccanismi fisiologici”.
Ivo Bianchi
La teoria della bilancia Th1/Th2 (proposta, nel 1986, da Mosmann, Coffmann e coll.) nasceva dall’osservazione, nelle cellule del sistema immunitario di ratto, di due sottopopolazioni di linfociti T helper. Le due sottopopolazioni si distinguevano per citochine prodotte e per altre funzioni.
Oggi il concetto di bilancia th1/th2 è considerato un vero e proprio paradigma di immunologia medica. E l’interazione tra le due sottopoplazioni opera, in realtà, come vero coordinatore del sistema immunitario.
I linfociti T Helper hanno il compito di amplificare la responsività immunologica dell’individuo. Lo fanno però con competenze specifiche.
Linfociti th1

Attaccano i patogeni intra-cellulari (virus)
Combattono le cellule in mutazione genetica (cellule neoplastiche)
Producono Interferone gamma e interleuchina 2

​Linfociti th2

Attaccano i patogeni extra – cellulari (parassiti)
Difendono l’organismo da tossine
Producono interleuchina 4  Le citochine delle sottopopolazioni si contro-regolano a vicenda per mantenere in equilibrio la bilancia.
Per esempio INF gamma blocca la linea th2, mentre IL 4 blocca la linea th1.




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DISEQUILIBRI
Th1
La popolazione cellulare th1 è la più aggressiva (yang)
Qualora sia iper-espressa può generare malattie auto-immuni organo specifiche
  • Artrite Reumatoide
  • SM
  • Diabete mellito tipo 1
Th2
La popolazione cellulare th2 è meno aggressiva, ma allo stesso modo può generare malattia, qualora in disequilibrio 
  • è correlata alle reazioni allergiche e alla liberazione di immunoglobuline di classe E
  • predispone allo sviluppo di malattie autoimmuni a carattere sistemico (LES)
Le due sottopopolazioni sono espressione di una popolazione cellulare non differenziata, linfociti th0 precursori o naive.
La differenziazione in una delle due linee cellulari è condizionata dall’interazione con un’altra classe di cellule del sistema immunitario: le APCs (cellule che presentano antigeni).
Una volta avvenuta la polarizzazione, ciascuna linea è in grado di differenziare cellule ad effetto immediato e cellule deputate a mantenere la memoria dell’antigene.
Ad oggi, le conoscenze si sono accresciute e il sistema appare più complesso di quanto descritto.
Alla distinzione dei due cloni cellulari concorrerebbero, infatti, altri fattori del microambiente:
  • presenza di altre citochine
  • condizioni generali della Matrice Extracellulare
  • condizione di saturazione dei recettori di membrana 
  • quantità dell’antigene presente
  • condizione funzionale delle APCs
inoltre, recentemente, sono state individuate altre cellule, con funzione  regolatoria: i linfociti tr, distinti per funzioni e struttura da th1 e th2.
Le continue scoperte a favore della complessità del sistema immunitario e della centralità dei suoi effetti sullo stato di salute e malattia, sostiene l’atteggiamento dell’approccio della medicina integrata e di segnale, che vuole influenzare il sistema immunitario, laddove sbilanciato, non con lo stimolo o l’inibizione di un’unica sottopopolazione linfocitaria, né con un’unica citochina, bensì con un’azione globale, nel rispetto della bilancia th1/th2.
Si utilizzeranno pertanto dosi infinitesimali di citochine e di tutto il repertorio della medicina dei bassi dosaggi, a sostegno dei meccanismi di regolazione, insiti nel sistema e nel rispetto delle capacità di auto-regolazione proprie di ogni specifica costituzione psico-somatica.

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RESPIRARE L'AUTUNNO

9/6/2020

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IL CORPO SCEGLIE LA VITA: IL CONTRIBUTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO

9/3/2020

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Il sistema immunitario è l’insieme di organi, cellule e mediatori chimici, deputato a proteggere il corpo da “aggressori” esterni e interni.
Nel suo insieme può essere descritto, pertanto, come una complessa rete integrata, rappresentata da:
  • Organi linfatici: MALT, linfonodi, milza
  • Cellule: globuli bianchi (monociti/macrofagi, plasmacellule, linfociti T e B….)
  • Molecole e mediatori chimici: anticorpi, citochine, linfochine, 
Le sue funzioni principali sono:
  1. Proteggere l’organismo da agenti patogeni (virus, batteri, funghi… tutti gli invasori esterni che causano malattia)
  2. Rimuovere le cellule dei tessuti danneggiati, o morti, e i globuli rossi invecchiati
  3. Riconoscere e rimuovere le cellule anomale (cellule tumorali o neoplastiche)
 
ll sistema immunitario risponde alle “invasioni” grazie a due tipi di risposta, una Innata e una Acquisita, entrambe coinvolgono diverse sottopopolazioni di globuli bianchi


​Quando un microorganismo estraneo penetra nel nostro corpo, le cellule sentinella (macrofagi e cellule dendritiche) organizzano velocemente, nella zona d’ingresso, una risposta di difesa, con l’obiettivo di distruggere l’aggressore.
Sia con l’attivazione della risposta Innata, che con quella Acquisita, le cellule del sistema si moltiplicano in milioni, fino a miliardi, così da poter creare un’azione efficace. La comunicazione tra le cellule delle diverse sottopopolazioni è garantita da citochine e linfochine, proteine prodotte dalle cellule stesse, fondamentali nell’assicurare un’azione coordinata e sinergica.
A seconda della virulenza dell’aggressore e la necessità del momento, il S.I., in buona salute, è in grado di cambiare strategia, avvalendosi di diverse risorse, in diversi steps. 
La risposta immunitaria, infatti, è il risultato di reazioni a cascata, che si svolgono progressivamente e nel tempo.
Il sistema linfatico e i suoi organi sono responsabili della sorveglianza dei tessuti e soprattutto delle mucose (porte di comunicazione tra corpo e ambiente: sistema RESPIRATORIO; gastro-intestinale, uro-genitale) e forniscono il “luogo” in cui gli antigeni (molecole di riconoscimento) degli invasori incontrano le cellule immunitarie. Grazie a questa interazione, le cellule dell’immunità, i linfociti in particolare, possono sensibilizzarsi, essere attivati e differenziarsi. 
Nei linfonodi, poi, vengono prese tutte le decisioni che regolano il processo e, sempre al loro interno, si innescano le reazioni specifiche.
La principale reazione, attraverso cui si esprime il concerto delle cellule immunitarie, è l’Infiammazione. L’Infiammazione è PERTANTO un MECCANISMO DI DIFESA e, come tale, è opportuno conoscerlo e non ostacolarlo, se non nei casi in cui cessa di essere risorsa e si trasforma, esso stesso, in malattia. 

Un approccio medico valido, sia in chiave preventiva, che curativa, non può esimersi pertanto dal sostegno del sistema immunitario. 
Se il sistema immunitario funziona adeguatamente non ci si ammala e se, invece, malauguratamente, perché per esempio si incontra un patogeno molto infettivo e virulento, ci si dovesse ammalare, il corpo avrà in sé le risorse per guarire. 
La cura esclusiva del sintomo a cui siamo abituati, invece, è nata dalla cultura dell’ “anti”: anti-infiammatori, anti-biotici, anti-virali… 
Ma purtroppo, così facendo, è stato sottratto al corpo il ruolo di protagonista nel processo di guarigione. Si è esposto il corpo, e si continua a farlo, alla mercè di farmaci che spesso favoriscono la cronicizzazione del processo infiammatorio, indebolendo il sistema immunitario e favorendo l’instaurarsi di quadri pluri-patologici. 
E’ allora opportuno ritrovare una cultura clinica a favore della vita e delle sue risorse, una cultura “PRO BIOS”.
Studi importanti, per esempio, dimostrano come vitamina D e microbiota intestinale svolgano un ruolo fondamentale nella salute dell’intero organismo e, in particolar modo, siano fondamentali nel mantenere l’efficienza del sistema immunitario. 
La scuola omotossicologica sensibilizza da sempre alla cura dei sistemi emuntori, composti dagli organi che eliminano le sostanze tossiche dal corpo (fegato, pelle, polmoni, intestino, rene), cosi da permettere ai segnali, alle informazioni che le cellule si scambiano continuamente, di trovare l’ambiente, il milieu adeguato.
 
In un momento complesso, come quello attuale, potremmo riflettere sulle nostre risorse (corpo, mente, spirito) e prodigarci per una medicina, che non si sviluppi solo in un’ottica farmacologica, ma che sostenga anche e soprattutto il buon terreno, l’intelligenza del corpo e le strategie che esso stesso ha rielaborato a favore della vita.
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IL CORPO SCEGLIE LA VITA: RESET DELLA MATRICE VIVENTE

8/30/2020

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Il corpo umano è una “macchina” perfetta e dotata di un’intelligenza straordinaria, nata da esperienze archiviate, di generazione in generazione, nel DNA, il codice genetico, la banca dati dell’esistenza.
Lo stato di salute del corpo è sostenuto da numerosissime azioni sinergiche e da un costante dialogo tra le cellule, che scambiano messaggi bioelettrici e biochimici in rete.
Uno dei sistemi fondamentali, e più studiati, con cui il corpo vigila su se stesso, e sugli scambi con l’ambiente, è il sistema immunitario.
Questo sistema è composto da numerose sottopopolazioni cellulari, meglio conosciute come globuli bianchi, ovvero le cellule della “difesa” e dell’infiammazione.
Infatti, in caso di aggressione da parte di virus e batteri, in caso di eventi traumatici, ma anche per modifiche interne al corpo stesso (molti tessuti sono in continuo rinnovamento, basti pensare alla pelle), il sistema immunitario si attiva e innesca il processo infiammatorio.
L’infiammazione è dunque la prima risposta difensiva del corpo ad eventi che ne alterano l’equilibrio. Nasce come evento “positivo” ed è ben lontano, in questo senso, dal significato di malattia, che normalmente gli si attribuisce. Anzi, potremmo a ragione affermare che è il primo evento agito dal corpo per evitare la malattia.
Il perfetto sincronismo di azione e regolazione delle cellule del sistema immunitario, che viene costantemente perturbato per tornare alla normalità, è l’aspetto sostanziale che assicura all’organismo, in caso di malattia, una difesa congrua e adeguata.
L’attività delle sottopopolazioni dell’immunità (immunità innata e acquisita), di cui parlerò in  dettaglio prossimamente, si evidenzia anche nella matrice extracellulare e nei suoi cambi di stato.
La matrice extracellulare è oggetto di grandissimo interesse scientifico, in quanto luogo di scambi di informazione tra i diversi network cellulari. L’integrità della sua struttura va dunque preservata in ogni percorso terapeutico che sia a scopo di prevenzione o di cura.
Omeostasi della matrice extracellulare
Nel microcosmo, cosi come nel macrocosmo, esiste una cronobiologia che scandisce gli stati interni della materia vivente.
Quotidianamente, tra le 3:00 e le 15:00 si verifica l’aumento controllato delle “sostanze” proinfiammatorie, le proteine vengono idrolizzate, i fenomeni metabolici virano verso una controllata acidosi e una conseguente prevalenza di fase SOL del mezzo. Questo meccanismo assicura un naturale drenaggio della matrice, che elimina le tossine depositate.
Ma nella coerenza dell’alternanza yin yang (al rispetto della quale, da sempre, le medicine orientali ci invitano), tra le 15:00 e le 3:00, tutte le condizioni precedenti si invertono: la fase alcalina si sostituisce a quella acida, nuove proteine vengono sintetizzate, prevalgono sostanze antiinfiammatorie, il mezzo si sposta verso una fase più densa, GEL.
​Qualora, tuttavia, i patogeni, esterni al corpo o interni, permangano o trovino un terreno favorevole, perché per esempio il sistema immunitario è inadeguato, impreparato, sovraccaricato, l’infiammazione non riuscirà a risolversi e potrà cronicizzare, diventando così dannosa. 
 Ad oggi, l’infiammazione sistemica cronica di basso grado è considerata l’innesco principale di diverse malattie.
Inoltre sono stati evidenziati diversi fattori che non solo la sostengono, ma l’alimentano nel tempo.
Intervenire sull’infiammazione con strumenti adeguati (modulazione, attenuazione) e nei tempi corretti è, pertanto, pratica medica indispensabile nella prevenzione e cura di tutte le malattie.

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LUCE E LUCENTEZZA IN MEDICINA INTEGRATA

4/15/2019

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Cos’è la luce?
Qual è il suo impatto su di noi?

Il termine  luce, in Fisica,si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio umano, approssimativamente compresa tra 400 e 700 nanometri di lunghezza d'onda, ossia tra 790 e 435 THz di frequenza. Questo intervallo coincide con il centro della regione spettrale della luce emessa dal Sole che riesce ad arrivare al suolo attraverso l'atmosfera. I limiti dello spettro visibile all'occhio umano non sono uguali per tutte le persone, ma variano soggettivamente e possono raggiungere i 720 nanometri, avvicinandosi agli infrarossi, e i 380 nanometri avvicinandosi agli ultravioletti. La presenza contemporanea di tutte le lunghezze d'onda visibili, in quantità proporzionali a quelle della luce solare, forma la luce bianca.
La luce, come tutte le onde elettromagnetiche, interagisce con la materia. Ifenomeni che più comunemente influenzano o impediscono la trasmissione della luce attraverso la materia sono: l'assorbimento, la diffusione (scattering), la riflessionespeculare o diffusa, la rifrazione e la diffrazione. La riflessione diffusa da parte delle superfici, da sola o combinata con l'assorbimento, è il principale meccanismo attraverso il quale gli oggetti si rivelano ai nostri occhi, mentre la diffusione da parte dell'atmosfera è responsabile della luminosità del cielo.
Sebbene nell'elettromagnetismo classico la luce sia descritta come un'onda, l'avvento della meccanica quantistica agli inizi del XX secolo ha permesso di capire che questa possiede anche proprietà tipiche delle particelle. Nella fisica moderna, la luce (e tutta la radiazione elettromagnetica) viene considerata composta da quanti, unità fondamentali di campo elettromagnetico, chiamate anche fotoni.
Fritz Albert Popp iniziò a pensare alla luce della natura. La luce è presente nelle piante ed è la fonte di energia utilizzata durante la fotosintesi clorofilliana. Quando mangiamo cibi vegetali deve accadere, pensò, che assumiamo fotoni e li immagazziniamo. Se è vero che eliminiamo CO2 e acqua, si chiese, dove immagazziniamo l'onda elettromagnetica che ciò che mangiamo ha in precedenza acquisito?
E' verosimile che questa energia fotonica si disperda, mentre viene distribuita all'intero spettro di frequenze elettromagnetiche del corpo, diventando la forza traente per tutte le molecole che lo costituiscono.
I fotoni stimolano i processi del corpo come un direttore d'orchestra che avvia ogni singolo strumento, poiché a diverse frequenze corrispondono funzioni diverse.
Popp scoprì proprio che le molecole nelle cellule rispondono a determinate frequenze.
Il primo quesito era quale fosse la sede principale dei biofotoni, prima che venissero distribuiti.
Popp analizzò l'emissione di luce del DNA, quando le due eliche vengono separate, e scoprì che maggiore è la quantità di DNA dipanato e maggiore è l'intensità della luce registrata. Scoprì anche che il DNA è capace di emettere un ampio spettro di frequenze e che alcune di queste frequenze sono collegate a determinate funzioni. Popp, grazie a questo e ad altri esperimenti, dedusse che una delle riserve essenziali di luce e fonte di emissione di biofotoni fosse proprio il DNA. 
Come se fosse un diapason, il DNA, colpito da una particolare frequenza, informa altre molecole, declinando poi altre frequenze ancora.
Molti biologi e fisici hanno avanzato l'idea che siano proprio le onde oscillanti a sincronizzare la divisione delle cellule e a mandare le istruzioni dei cromosomi in ogni parte del corpo.
Herbert Frohlich, dell'Università di Liverpool, per esempio, è stato uno dei primi ad introdurre l'idea che un qualche tipo di vibrazione collettiva sia responsabile del fatto che le proteine cooperino le une con le altre e trasmettano le istruzioni del DNA e che determinate frequenze (definite frequenze di Frohlich) possano essere generate dalle vibrazioni di queste proteine, appena al di sotto delle membrane delle cellula.
Nei suoi studi, questo scienziato ha dimostrato che una volta che l'energia raggiunge una certa soglia, le molecole iniziano a vibrare all'unisono, fino a quando non raggiungono un alto livello di coerenza. Quando le molecole raggiungono questo stato di coerenza, assumono determinate qualità della meccanica quantistica, inclusa la non località. Arrivano al punto di poter operare allo stesso tempo e in modi corrispondenti.
Il fisico italiano Renato Nobili, dell'Università di Padova, ha ottenuto prove sperimentali che esistono frequenze elettromagnetiche nei tessuti animali, mentre il premio Nobel russo Gyorgyi ha ipotizzato che le proteine delle cellule agiscano come semiconduttori, preservando e facendo circolare l'energia degli elettroni come informazioni.
Popp, proseguendo i suoi studi, verificò che tutti gli esseri viventi (dagli animali alle piante più basilari) emettono una corrente stabile di fotoni, in quantità comprese tra pochi fino ad alcune centinaia. Inoltre il numero di fotoni emessi sembrerebbe correlare con la complessità dell'organismo: più è evoluto l'organismo e minore è la quantità di fotoni emessa. Gli esseri umani, per esempio, emettono solo dieci fotoni per cm quadrato/sec, mentre animali e piante rudimentali ne emettono, a parità di tempo e frequenza, fino a cento.
Se la luce viene emessa su cellule viventi, queste assumono la luce e con un certo ritardo risplendono intensamente: si tratta de un processo chiamato "luminescenza ritardata". Potrebbe trattarsi di uno strumento correttivo. Il sistema vivente deve mantenere un delicato equilibrio di luce, quando viene colpito dalla radiazione luminosa ne elimina l'eccesso. Tuttavia, come si diceva, esiste un'emissione spontanea di luce da parte della materia vivente e Popp scoprì che queste emissioni spontanee seguono determinare configurazioni, secondo ritmi biologici che si ripetono ogni 7, 14, 32, 80 e 270 giorni, momenti in cui le emissioni sono identiche, anche dopo un anno, e secondo ritmi nictemerali.
Studiando le emissioni in persone malate di cancro, si rese conto che tutti questi malati avevano perso i ritmi naturali e anche la loro coerenza. Le linee di comunicazione interiore erano confuse. La loro luce era come se si stesse spegnendo. Con la sclerosi multipla si accorse dell'esatto contrario. La S.M. è uno stato di ordine eccessivo: gli individui con questa malattia assumono troppa luce e ciò inibisce l'attività cellulare. Troppa coerenza impedisce la flessibilità necessaria a qualsiasi tipo di attività, come se i membri di un'orchestra perdessero la capacità di improvvisare. Popp concluse che l'emissione di fotoni è un atto compensativo e ha lo scopo di mantenere una sorta di equilibrio energetico. 
Il corpo più sano di tutti avrebbe la luce più bassa e sarebbe il più vicino di tutti allo stato zero, quello più desiderabile.
Popp arrivò a comprendere che la luce nel corpo potrebbe addirittura contenere la chiave per la salute e l'infermità. In un altro esperimento comparò la luce emessa da uova di galline ruspanti con quella emessa da uova di galline di allevamento. Scoprì che i fotoni emessi non erano molto diversi e che le emissioni delle uova delle galline di allevamento erano meno coerenti rispetto alle uova delle galline ruspanti. Allo stesso modo qualsiasi "disturbo" in un sistema vivente andrebbe ad alterare la coerenza dell'emissione di biofotoni e la loro quantità.
Potremmo allora considerare la "buona salute" come uno stato di comunicazione subatomica perfetta e la "cattiva salute" quello stato in cui la comunicazione si rompe. Siamo malati quando le nostre onde non sono in sincronia.
Accadde poi che studiando la Daphnia, una particolare pulce d'acqua, Popp (e collaboratori) scoprì che queste scambiano fotoni tra loro e così fanno anche altri piccoli pesci. I batteri assumono fotoni dal mezzo in cui vengono posti.
Popp si rese conto che queste emissioni hanno anche un significato esterno al corpo. Le onde di risonanza non vengono usate soltanto per la comunicazione interna al corpo, ma anche tra diversi esseri viventi. Questo scambio potrebbe svelare il segreto di come i banchi di pesci o gli stormi di uccelli riescano a creare una coordinazione istantanea e perfetta.
Se possiamo assumere i fotoni di altri esseri, potremmo diventare capaci di usare le loro informazioni per correggere la nostra luce, nel caso in cui questa non funzioni bene. In fondo se alcune sostanze chimiche sono cancerogene, è perchè possono alterare l'emissione di biofotoni nel corpo, allora altre sostanze potrebbero avere un’azione curativa, qualora riuscissero a ripristinare una comunicazione energetica coerente.
Questo potrebbe essere il meccanismo d'azione dell'omeopatia, che cura "il simile con il simile": in fondo l'alta diluizione di una sostanza che produce dei sintomi trasporta le stesse oscillazioni. Così come un diapason in risonanza, una soluzione omeopatica opportuna può attrarre e assorbire le oscillazioni non corrette, permettendo al corpo di tornare alla propria condizione di equilibrio.
E, infine, potrebbe aiutarci a comprendere l’agopuntura: il sistema dei meridiani potrebbe funzionare come "guida d'onda", trasmetterebbe, cioè, una peculiare energia corporea a zone specifiche e secondo bande di frequenza consone proprio a quelle zone.
 



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PRIMAVERA E VITALITA’: ATTINGERE ALLA LINFA DELL’ESISTENZA

4/7/2019

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Secondo la medicina tradizionale cinese:
“La primavera è il tempo dell’inizio, della creazione di tutti gli esseri viventi; perciò il loro respiro scorre ancora dolcemente e debolmente…”.
La primavera è il tempo della nascita e dona al mondo e all’uomo la possibilità preziosa di ogni inizio, del crescere e del realizzare.
L’inizio è pieno, forte nell’intenzione, carico nell’entusiasmo. Ma è anche fragile, inesperto, inconsapevole, facilmente distraibile e manipolabile.
L’inizio è dunque un momento estremamente delicato, richiede molta attenzione, affinchè possa progredire senza interruzioni, distorsioni e false mete.
L’elemento di riferimento è il Legno (il legno vitale dell’albero): infatti l’albero è radicato e nel suo movimento di crescita si sviluppa contemporaneamente verso l’alto e verso il basso. E’ flessibile, pieghevole, elastico eppure forte e resistente, cresce e, crescendo, genera nuova vita. Quando la “dimensione energetica legno” è in equilibrio, l’essere umano è ben radicato, è flessibile e forte, cresce e porta i semi della nuova vita.Ha il coraggio e la direzione per realizzare i progetti.
La Primavera della vita è quella fase esistenziale in cui l’individuo è pieno di iniziative da realizzare, ha intenzione, ispirazione ed entusiasmo.
Attingiamo a queste frequenze ogni volta che “iniziamo” qualcosa di nuovo. 
L’Emozione di pertinenza è la rabbia.
Le declinazioni, i significati e le manifestazioni della rabbia sono numerosi e differenti.
In primis potremmo delinearne il carattere che assimila la rabbia all’aggressività: ad-gredior è l’etimologia latina di aggressività, ed esprime un movimento verso l’esterno (camminare, compiere passi verso). Potrebbe essere tanto la tensione che sprigiona il germoglio, nel momento in cui si apre un varco attraverso la terra, da cui è ancora coperto, al fine di poter vedere la luce del sole, quanto la forza che sprigiona il becco del pulcino, mentre fora il guscio dell’uovo per nascere.
Potrebbe poi essere, però, anche la reazione a qualcosa che imbriglia ed imprigiona il libero fluire di un’energia che si diffonde e che, per sua natura, deteriora, qualora in stasi, come in ogni ri-stagno.
Verde come la Rabbia, Verde come la Bile, Verde come la clorofilla.
Uno squilibrio di questa dimensione, energetica e funzionale, si manifesterà con un’espressione alterata della rabbia, sia nel senso dell’eccesso che del trattenimento. Potrebbe essere anche il caso di una sensazione di irritabilità nei confronti degli altri o di se stessi oppure di uno stato simil-depressivo.
Si tratterebbe, tuttavia, di una “depressione per reazione”, non per mancanza di energia. Uno stato dominato dall’impossibilità di esprimere le proprie intenzioni o i propri sentimenti, condizionato dal trattenersi, esasperato dall’implosione. In questo caso l’umore tenderà ad oscillare tra uno stato di nervosismo e uno stato di mancanza di iniziativa, dovuto alla progressiva “compressione” e al conseguente deficit di circolazione energetica.

 
 


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MEDICINA CINESE E' MEDICINA INTEGRATA!

4/5/2019

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L’approccio “cinese” alla vita e alle sue vicende è concreto, pragmatico. Vale ciò che funziona, conta ciò che è. 
Il sistema di pensiero non è frutto di speculazioni astratte, ma nasce dall’osservazione di come si muove la vita nel mondo, tanto nelle sue forme molteplici, quanto nelle sue leggi universali.
Proprio dall’osservazione nasce il noto principio di complementarietà degli opposti, per cui giorno e notte, maschile e femminile, yang e yin sono manifestazioni differenti della stessa realtà, eppure complementari ed interdipendenti.
Ogni sistema vivente è espressione di un equilibrio dinamico tra forme energetiche che si contrappongono, dialogano e si integrano in un flusso continuo: quando questo accade in modo armonico, la Vita si realizza. Quando la fluidità armonica invece si interrompe (a causa di un blocco, un eccesso o un difetto), allora si creano i presupposti per un sintomo, un disagio, una malattia, una guerra, un disastro naturale. 
La Medicina Tradizionale Cinese si accorda perfettamente a questa visione. Si raffina nei secoli come medicina preventiva. Lo stato di buona salute, infatti, è il risultato della sintonia della persona, della sua natura più profonda, il suo “mandato esistenziale”, con la Natura che la circonda e con tutti gli esseri che la rappresentano.
E’ considerato bravo il medico che ha pochi ammalati tra i suoi assistiti, perché capace di captare in anticipo i cambiamenti climatici, storici, fisici ed emozionali, tutti i segni di disequilibrio ed è bravo quando, poi, opera la scelta curativa di volta in volta più adeguata per quella persona, tra dietetica, farmacologia, agopuntura, moxa, coppettazione, ginnastiche mediche.


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SALUTE E’ BELLEZZA

4/1/2019

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Scriveva il Profeta K. Gibran: “La Bellezza è Vita, quando la Vita svela il suo Sacro Volto”.
La bellezza e la lucentezza della pelle sono da sempre espressione di uno stato di benessere sia fisico che psichico.
Così accade anche in Medicina Tradizionale Cinese, dove, per esempio, le rughe del viso possono raccontarci lo stato di salute o di malessere di diversi organi, così come possono essere manifestazione del perdurare di specifici stati d’animo.
E’ questa l’intuizione da cui nasce la medicina estetica biologica e in particolare il Biolifting del viso.
Con questo approccio è possibile non solo rallentare e attenuare i segni del tempo su viso, collo e décolleté, ma ottenere anche un riequilibrio energetico, che migliori le funzioni e il metabolismo di tutto il corpo.
Si stimolano, infatti, punti di agopuntura con microiniezioni di collagene omeopatizzato, di rimedi che possiedono attività anti-radicali liberi e di sostanze che stimolano il detox del tessuto connettivale e il turn-over delle cellule dell’epidermide.
Per massimizzare i risultati è opportuno abbinare, ai trattamenti di Biolifting, un’alimentazione sana e un adeguato movimento, premesse fondamentali per ogni stato di vero e consapevole benessere.
 
MEDICINA ESTETICA BIOLOGICA E DI REGOLAZIONE
DI COSA SI TRATTA
La Medicina Estetica Biologica e di Regolazione nasce dall’esperienza di Medici che praticano Medicina Integrata, ovvero che coniugano alla Medicina Ufficiale pratiche e rimedi dell’Omeopatia, Omotossicologia e Medicina Tradizionale Cinese.
COSA TRATTA
Molti inestetismi: rughe, cellulite, adiposità localizzate, alcune cicatrici.
Alcune dermopatie.
IN COSA CONSISTE
  • Viene effettuata innanzitutto una visita clinica, secondo i criteri della medicina Ufficiale e secondo i criteri della Medicina Tradizionale Cinese, per valutare l’idoneità ai trattamenti, per consigliare eventuali correzioni di abitudini di vita e alimentari scorrette.
  • Si eseguono quindi i trattamenti (normalmente un primo ciclo si compone di 5 sedute, le sedute accadono a frequenza settimanale) e a seguire dei richiami, con frequenza diluita (mensile/semestrale) e per un numero variabile, relativamente alle necessità.
  • La singola seduta prevede la somministrazione per via sottocutanea di rimedi omotossicologici in punti locali e di agopuntura. 
  • La tecnica iniettiva è microinvasiva (mesoterapia)
  • La somministrazione del rimedio è priva di effetti collaterali e di reazioni allergiche (rimedi omotossicologici)
 I BENEFICI
Si tratta di un metodo privo di effetti collaterali, a sostegno delle capacità di autoguarigione della persona.
I rimedi iniettati (e massimamente attivati nei punti di agopuntura) sostengono i naturali processi di depurazione e riparazione della pelle e del tessuto connettivo, così da migliorare lo stato di salute generale (la pelle è un organo emuntore, come il rene e l’intestino) e la bellezza, nel totale rispetto di forma e costituzione.
 

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le rughe del viso possono raccontarci lo stato di salute o di malessere di diversi organi, così come possono essere manifestazione del perdurare di specifici stati d'animo.
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​L’AUTUNNO E IL LASCIARE ANDARE IN MEDICINA CINESE

3/5/2019

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Foto@giovanna_barcellesi #armedeye#tempofermo
“I tre mesi dell’Autunno sono chiamati il periodo della tranquillità della propria condotta… Anima e Spirito dovrebbero raccogliersi insieme per rendere tranquillo il respiro dell’Autunno… questo è il metodo per la protezione del proprio raccolto”
L’Autunno è la stagione che conclude la fase di raccolta dei frutti dell’intera estate: vaglia, conserva, talvolta elimina i frutti, qualora non siano adeguati o qualora siano superflui. E’ il tempo della preparazione all’imminente inverno, il tempo delle conserve, della tesaurizzazione di ciò che abbiamo ottenuto dalla nostra semina. E’ per questo motivo anche il tempo dei bilanci, dell’analisi tra “spesa“ e “resa”, della valutazione della bontà degli investimenti fatti e dell’eventuale utilità di ripeterli o modificarli.
“Entrare in Autunno” vuol dire far tesoro dell’esperienza vissuta ed essere pronti a lasciar andare ciò che di quella esperienza non serve più.
L’Autunno ci invita così ad un equilibrio nuovo.
E’ come sempre un equilibrio dinamico, ma a differenza del dinamismo primaverile (interno-esterno, il germoglio che esce dalla profondità della terra), l’Autunno ci accompagna verso un movimento esterno-interno (la conserva del frutto per l’inverno).
Raccogliamo e conserviamo in Autunno, ed eventualmente eliminiamo. Ricreiamo, così facendo, la trama più semplice, lineare, priva di orpelli, essenziale, del nostro microambiente e, proprio per questa sua essenzialità, una trama fortemente energetica.
Secondo la clinica medica occidentale, cioè, entriamo in una fase di nuova Omeostasi. Uno stato più vicino al rilassato e conservativo sistema vagale, piuttosto che all’attivo e dispendioso sistema adrenergico, tipicamente primaverile.
Dal punto di vista energetico, usciamo dalla fase della solarità dello Yang, per incamminarci verso la fase più crepuscolare e profonda dello Yin.
Gli organi associati al Metallo sono i Polmoni e il viscere è l’Intestino Crasso.
Polmoni
“I Polmoni governano il Qi, amministrano la respirazione e, così facendo, regolano il Qi di tutto il corpo. I Polmoni assorbono il Qi dell’aria e la spingono verso il basso: questa è l’inalazione”.
La profonda connessione tra Polmone e qi celeste (tian qi) fa sì che il Polmone sia chiamato anche Maestro di Energia.
L’azione contraria all’inalazione è l’esalazione e, con essa, avviene l’espulsione dell’aria impura.
Quando i Polmoni sono sani, il Qi entra ed esce uniformemente e la respirazione è calma e regolare. Quando uno squilibrio (o un’ostruzione) interferisce con l’attività regolare, si possono osservare alterazioni nella funzione discendente autunnale, con la conseguente produzione di sintomi quali tosse, dispnea, asma.
Esiste poi una terza funzione, la diffusione, strettamente legata al Qi del petto (zong qi). Il Polmone è dunque coinvolto nel movimento del Qi e del sangue in tutto il corpo.
Una disarmonia dei Polmoni può provocare carenza o ristagno di Qi in qualsiasi distretto corporeo.
“I Polmoni governano l’esterno del corpo”.
Soprassiedono alle attività della pelle, ghiandole e peli: governano la secrezione del sudore, l’idratazione della pelle e il nutrimento dei peli.
Governano anche, attraverso l’energia difensiva Wei Qi, le porte d’ingresso accessibili alle energia “perverse” (climatiche e /o infettive).
In medicina occidentale Wei Qi può essere paragonata alle prime stazioni (quelle più superficiali) del sistema immunitario (popolazioni di macrofagi).
“I Polmoni occupano l’ufficio del primo ministro da cui dipende l’ordine ritmico”.
Il ritmo del respiro, insieme al battito cardiaco, sono i primi suoni circolari del nostro corpo.
Mimano entrambi, su due registri diversi, la circolarità del dinamismo pieno-vuoto (tanto caro a tutte le scuole di meditazione).
L’aria che respiriamo è il “primo latte”, per citare un’espressione tanto cara agli psicosomatisti e respirare è uno degli atti più importanti con cui ricostituiamo la nostra energia. Ma non solo, ogni ciclo completo di inspirazione-espirazione ci riconnette al nostro spazio interno. Si tratta di una funzione involontaria, semplice e indispensabile per la vita. E ogni atto respiratorio, alla vita, ci ricollega.
Ne prendiamo consapevolezza quando a causa di un sintomo semplice, come il raffreddore oppure per manifestazioni respiratorie più invalidanti, quali asma o malattie ostruttive/restrittive delle vie respiratorie, ci accorgiamo di cosa voglia dire avere il respiro libero, o peggio, quale angoscia si associ alla condizione del non poter respirare.
La funzione globale dei Polmoni è dunque introiettiva: prendere energia sottile dal “fuori” per portarla “dentro” ed è una funzione che agisce ad ogni livello, sia fisico che emotivo (pensiamo alle metafore del linguaggio comune, riferite all’aria che “tira” in una certa situazione o al “peso” simbolico che la stessa aria può avere in alcune circostanze), dall’inizio della vita con il primo vagito, fino alla fine, con l’esalazione dell’ultimo respiro. 
L’Intestino Crasso
Il suo compito è far scendere le parti torbide del cibo e dei fluidi verso il basso, affinchè vengano eliminate e, contemporaneamente, di riassorbire i fluidi puri.
Sul piano energetico, condivide, con i polmoni, il movimento verso il basso. Ma anche la funzione di tenere ciò che serve ed eliminare lo scarto.
L’esito finale di questo processo, consiste nella formazione ed eliminazione delle feci.
Quando l’Intestino Crasso cessa di funzionare armoniosamente, si possono produrre dolori addominali, borborigmi, diarrea e stitichezza.
L’Intestino Crasso è il Collettore dei rifiuti, il Canale di scolo dei residui. La sua funzione principale è l’eliminazione dei rifiuti.
E per questo motivo, è l’origine dell’evoluzione e del cambiamento.
L’Emozione dell’Autunno è la malinconia-tristezza.
E’ lo stato emotivo che nasce dal “separarsi”, dall’allontanarsi “da”.
Possiamo provare tristezza quando dobbiamo fare scelte che inevitabilmente escludano altre opzioni, quando ci allontaniamo da qualcuno o qualcosa (per circostanza o scelta), quando sentiamo il bisogno di prendere distanza da qualcosa che non ci corrisponde più o che mette a rischio il nostro confine.
Una persona potrà esprimere questa emozione a più livelli del sistema, anche con segni e/o sintomi all’intestino, alla pelle, al sistema respiratorio (alte e basse vie).
Un segno frequente di “disturbo”, di cui sono portavoce le alte vie respiratorie, per esempio, è la tosse.
La tosse è associata al muco espulso (quando la tosse è “grassa”) e all’uscita di aria dai polmoni.  La tosse può essere anche secca e stizzosa. Se il sistema respiratorio è irritato, per motivi esterni (climatici) o interni (emotivi), il corpo potrà manifestare questa condizione con la tosse. In senso fisico e figurato, la tosse è l’espulsione di qualcosa di non voluto. E’ la capacità di espellere ciò che non si desidera (o di non utile). Proprio in tal senso è associata all’Autunno e all’eliminazione dei rifiuti.
Come per tutte le emozioni, la tristezza è dunque un processo naturale e salutare, ma una persona che ne sia sopraffatta o, specularmente, che faccia di tutto per evitarla, esprimerà verosimilmente uno squilibrio in questa loggia.
La Virtù dell’Autunno è la scelta, ovvero il potere di tenere ciò che serve e il potere di lasciare andare ciò che non serve più.

Se questo tema vi ha appassionati, siete invitati a vedere - e ascoltare - il video a seguire di Giancarlo Rabericati!




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    Autore

    Dottoressa Rosaria Gagliardo
    Medico, agopuntore, psicoterapeuta
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    Autrice di "Vincere i dolori articolari". R. Gagliardo – Milano, Riza Scienze, 2006
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